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Per crescere, giustizia civile

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOLa grande occasione offerta dalla recessione economica e la raggiunta consapevolezza che il fenomeno "Giustizia", in particolare "Giustizia Civile", costituisca il maggior ostacolo alla crescita del Paese e per essa agli investimenti nazionali e internazionali, può offrire l'opportunità di avviare una riforma organica del processo civile, un inizio fattibile per svecchiare, semplificare, troncare difetti ed antichi rituali obsoleti ed improduttivi. La ricetta è tanto semplice quanto di difficile applicazione: abbandonare l'inefficace principio del come dovrebbe essere (metodo deduttivo) e affrontare il fenomeno per come è (metodo induttivo), con interventi possibili e praticabili, sempre tenendo conto che si lavora su un sistema ed ogni modifica comporta effetti collaterali su le altre componenti dello stesso sistema. Il Sistema Giustizia non è un'isola indipendente dai fenomeni che hanno travolto l'Italia, a sua volta è parte di un sistema più grande, il Sistema Italia. Forse per la prima volta (è stata sempre in primo piano la "giustizia penale") i vertici delle istituzioni pubbliche e private, il mondo dell'informazione, le forze della economia reale hanno metabolizzato che la "Giustizia Civile" ha effetti collaterali sulla economia del Paese, sulla amministrazione finanziaria, sul senso di appartenenza dei cittadini, sulla credibilità dell'Italia all'estero, sul livello di civiltà della nazione, sulla difesa della dignità degli onesti, sul favore improvvido dato ai debitori, su tutti coloro che lavorano e producono, contribuendo alla ricchezza del Paese (PIL) ed in primo luogo sulla crescita dell'Italia. E' ormai acclarato che il fallimento della "Giustizia Civile", unitamente a quella perenne piovra della "Burocrazia", costituisce l'impedimento principale allo sviluppo della bella Italia. L'Avv. Prof. Paola Severino, Ministro dello Giustizia (il solo ministro ad avere rilievo costituzionale art. 110) deve cancellare con decreto o altro provvedimento ad effetto immediato tutte le commissioni, comitati, gruppi di esperti, suggeritori a vario titolo che si sono occupati di "Giustizia Civile"; deve consultare congiuntamente, come è stato fatto per la riforma del mercato del lavoro, "quelli della Giustizia Civile": Confindustria, Rete Imprese, Confcommercio, Confesercenti, Abi, Ania, alleanza delle Coop, i Presidenti degli Ordini territoriali più rappresentativi, il COLAP, il CUP e se utile il Laboratorio Forense che mi onoro di coordinare. La consultazione deve durare una sola settimana e nei 15 giorni successivi, dopo aver acquisito e sintetizzato tutti gli studi, indagini, proposte realizzati sul tema, deve essere "prodotto" un primo pacchetto di provvedimenti, compatibile con i successivi nel quadro di una riforma organica del Sistema. Si può fare, si deve fare per aiutare il Governo Monti impegnato a salvare l'Italia. In un dotto articolo su questo giornale Dimitri Buffa ha segnalato che la mala giustizia (civile) costa 5 punti di PIL. Gli antagonisti, del tutto inconsapevoli, potrebbero essere una parte della Magistratura, arroccata su modelli desueti, convinta di detenere le formule per la ristrutturazione del "Sistema Giustizia", senza averne le competenze specifiche quali: conoscenze di econometria, statistica descrittiva, sociologia dell'organizzazione, analisi costi-benefici, calcolo della produttività ecc. Peraltro, essendone parte in causa, con evidenti coinvolgimenti emotivi e di pratica professionale. Comprensibilmente coloro che si sentono idonei per indicare il percorso del processo di ammodernamento, fatalmente possono essere elementi che ne impediscono la fattibilità. Compromettere il futuro vorrebbe dire non agire, non possiamo più guardare al passato e vivere di ricordi. La soluzione non è tanto sui principi, ma si basa sull'efficienza, sulla produttività, sulla organizzazione del lavoro, sul metodo costi-benefici, sulla privatizzazione di alcune procedure da attribuire agli avvocati, per accrescere la domanda di lavoro e far partecipare i nuovi giovani professionisti, attraverso un outsourcing rispetto alle attività proprie della magistratura e ausiliari. Efficienza e competitività. I Tribunali lavorano al 50% al di sotto delle loro capacità (turnazione di 6 ore + 6, mattina e pomeriggio): a) raddoppiare il numero dei togati con immissione nei ruoli di avvocati con 15 anni di professione certificata attraverso un concorso-colloquio; b) trasferire gli esuberi della P.A. più personale in mobilità, cassaintegrati, esodati nelle cancellerie dei Tribunali, previo un corso di formazione di tre mesi gratuito organizzato dagli Avvocati; c) licenziare con effetto immediato i Giudici di Pace che non superano un test di verifica sulla conoscenza delle procedure e dei codici ed assumere con un concorso-colloquio, da indire entro 6 mesi, giovani avvocati under 40 con 10 anni di professione certificata. Ampliare l'area della competenza professionale dell'avvocato, conquistare nuovi territori per l'agire forense, creare nuove opportunità, riappropriarsi di competenze sottratte, rivendicare posizioni professionali che vengono impropriamente svolte da altri professionisti. In breve ridisegnare i confini della competenza forense (accertamento tecnico preventivo, compravendita immobiliare fino a € 200 mila; pignoramento; procedimento di ingiunzione; privatizzazione delle esecuzioni; separazione personale consensuale ecc.). Le riforme degli anni '90, le sezioni stralcio operative dalla fine del 1998 non hanno prodotto i risultati sperati. I ruoli civili di "nuovo rito" hanno raggiunto consistenze eccessive. La stessa istituzione del giudice unico di primo grado (dlgs. 19 febbraio 1998, n. 51) si è rivelata misura insufficiente. Da oltre 10 anni gli operatori del diritto segnalano che la prima cosa da fare è "togliere carico di lavoro al giudice"e che la soluzione può essere cercata in due direzioni: a) aumentare considerevolmente il numero dei magistrati; b) diminuire in modo altrettanto consistente la mole dei loro affari. La seconda soluzione inizialmente è più percorribile perché agisce sulla organizzazione e sul tipo di lavoro del giudice: il giudice entra nel processo solo quando deve giudicare. Le parti ed i loro difensori si riappropriano dei tempi e dei modi di introdurre, trattare ed istruire le controversie civili.

Carlo Priolo*

Avvocato del Foro di Roma

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