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OUA: New deal della Giustizia

avv. Romolo Reboa, avv. Reboa, Romolo Reboa, Reboa, Romolo, Ingiustizia la PAROLA al POPOLO, la PAROLA al POPOLOOUA: manifestazioni in tutta Italia in oltre 100 città ed uffici giudiziari. Inoltre quattro manifesti per restituire competivitità al Paese: a) revisione della geografia giudiziaria; b) Patto per la Giustizia e decalogo per l'efficienza della macchina giudiziaria; c) proposte per una nuova mediaconciliazione e per la riforma della professione forense; d) intercettazioni, OUA contraria a leggi bavaglio.

MAURIZIO DE TILLA, PRESIDENTE OUA: Ecco le proposte concrete per rimettere in moto il Paese, correggendo le storture contenute nell’ultima manovra economica, come la chiusura indiscriminata dei piccoli tribunali: in tal senso è di grande importanza il richiamo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma anche cambiando davvero la giustizia civile, senza ricorrere a esperimenti fallimentari e incostituzionali come la media-conciliazione obbligatoria, ma con interventi condivisi come indicati dal “Patto per la Giustizia” e il “Decalogo dell’Oua” per modernizzare la macchina giudiziaria. Infine, un appunto sulle ultime polemiche relative al ddl intercettazioni: l’Oua sono contrari alle leggi contro il diritto di informazione e sono pronti a manifestare insieme ai giornalisti. L’Organismo Unitario dell’Avvocatura-Oua nella conferenza stampa del 6 ottobre u.s. tenutasi a Roma, ha tracciato un bilancio delle manifestazioni dell’avvocatura in corso in tutta Italia, in oltre cento città e uffici giudiziari, dal titolo: “Dalla protesta alla proposta: 100 città e uffici giudiziari, per un new deal della giustizia”. Presentati quattro manifesti di proposte per ridare efficienza alla macchina giudiziaria e alle libere professioni. Di seguito i 4 documenti e l’elenco delle città e uffici giudiziari che hanno organizzato le manifestazioni su tutto il territorio nazionale. All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, il presidente Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori, Walter Pompeo e il senatore del Pd, Luigi Lusi. Per Maurizio de Tilla, presidente Oua, "il successo delle manifestazioni è evidente per la grande partecipazione e per la capacità di coinvolgimento della società civile, degli amministratori pubblici, dei cittadini. Dal nord al sud, in grandi città come Milano, Roma, Napoli o Palermo, e in decine di piccoli centri".
"Il mondo della giustizia – continua - chiede a gran voce cambiamenti, senza che si rimanga ancora una volta incastrati nelle sterili contrapposizioni politiche di questi anni. La giustizia non può più essere un campo di battaglia e neppure un terreno di politiche senza respiro improntate a logiche economiciste, come avvenuto con l’ultima manovra economica. Per esempio con la prevista chiusura dei piccoli tribunali. In tal senso crediamo sia opportuno accogliere con grande attenzione il richiamo del presidente della Repubblica, che in una lettera del luglio 2011 chiedeva una rimodulazione “non traumatica” dell’attuale geografia giudiziaria, anche in considerazione delle “ragioni delle comunità locali che in essi vedono un baluardo di sicurezza e legalità”
. "La giustizia - spiega il presidente Oua - pur in presenza di una crisi economica come quella attuale, non va assolutamente gestita in termini di produttività aziendale, ma di efficienza e efficacia, perché è un bisogno primario della collettività e i suoi costi devono considerarsi come socialmente utili. Risparmio ed efficienza si possono ottenere partendo dalla riorganizzazione sul territorio degli attuali uffici di primo grado, ridistribuendo all’interno di ciascuna corte di appello o regione il carico di lavoro, il territorio e l’organico, così preventivamente verificando possibilità e opportunità di ottenere uffici il più possibili omogenei. Nei tribunali, impropriamente chiamati “minori”, i tempi di risposta della giustizia sono ottimali e rispecchiano i parametri europei, anche in presenza di organici sottodimensionati e non aggiornati". Sulla stessa linea il presidente del Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori, Walter Pompeo: "Il Governo ed il Ministro Palma non possono andare avanti nella riforma senza ascoltare l’avvocatura: l’Oua, Cnf e il Coordinamento Nazionale degli ordini forensi minori.
I piccoli tribunali spesso sono campioni di efficienza e, contrariamente a quanto si sostiene, numeri alla mano, la spesa sostenuta non è mal posta.
I dati reali dicono che la loro produttività è molto positiva e, come sostenuto anche dal presidente Napolitano, sono visti dai cittadini come garanzia di sicurezza e presidio di legalità. Siamo chiaramente disponibili a valutare la ridistribuzione dei territori e, dove necessario, possibili accorpamenti. La volontà di dialogo non manca, d’altronde gli avvocati sono in prima linea e conoscono effettivamente i problemi del territorio".
"La strada da seguire – sottolinea ancora il presidente dell’Oua - passa anche per altri provvedimenti, per esempio, per citare solo alcuni spunti, con l’introduzione rapida del processo civile telematico, la diffusione delle prassi positive già applicate con successo in diversi tribunali, come quello di Torino e il reinvestimento di tutto il gettito del contributo unificato nel settore giustizia. Nonché attraverso l’applicazione selezionata e rigorosa di avvocati come giudici laici e l’introduzione di termini perentori per i giudici (leggi il terzo manifesto). È urgente, inoltre, abolire l’obbligatorietà della media-conciliazione, incostituzionale e non in linea con le direttive europee e implementare, invece, innovativi meccanismi volontari e poco costosi di risoluzione alternativa dei conflitti, nonché riformare la magistratura laica (giudici di pace, onorari..ecc)".
"È il nostro contributo per il bene del Paese – conclude de Tilla - crediamo meriti l’attenzione della politica, come avvenuto con analoghe iniziative della Confindustria, anzi speriamo sia il terreno di confronto per future iniziative comuni e condivise anche con il mondo dell’impresa e non come fatto fino ad ora con l’aggressione e l’esclusione sistematica delle rappresentanze dei professionisti, un settore che tutela diritti sanciti costituzionalmente e che determina il 3% del nostro Pil.
Infine: l’avvocatura ha diritto ad un’autonoma riforma della professione forense, non potendo assoggettare gli avvocati alle regole della concorrenza, gli avvocati non possono essere assimilati alle imprese".

OUA: DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA CONTINUA LA BATTAGLIA PER CAMBIARE L’ITALIA

Il 6 Ottobre l’Organismo Unitario dell’Avvocatura è sceso nuovamente in campo: “ non per protestare, ma per proporre” ha affermato il Presidente De Tilla.

La Conferenza Stampa indetta dall’Oua si è tenuta a Roma (via G.G.Belli 27), ma in realtà, da nord a sud, sono oltre 100 le città e gli uffici giudiziari ad essersi attivati per un new deal della giustizia, per restituire competitività al Paese e per tutelare i diritti dei cittadini dimostrando che l’avvocatura è l’unica rimasta davvero dalla loro parte. Maurizio De Tilla ha presentato ben quattro manifesti di proposte per ridare efficienza alla macchina giudiziaria e alle libere professioni tentando di correggere i grossolani errori dell’ultima manovra economica: “Revisione della geografia giudiziaria e polemiche contro la chiusura dei Tribunali minori” (in tal senso di grande importanza è stato anche il richiamo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) e, ancora, un cambiamento vero della giustizia civile, senza esperimenti fallimentari e incostituzionali come la Mediaconciliazione obbligatoria, bensì con interventi quali il “Patto per la Giustizia” e il “Decalogo dell’Oua” per modernizzare la giurisdizione. Finora il successo delle manifestazioni è stato evidente e la Conferenza Stampa è stata solo una conferma della capacità di coinvolgimento della società civile da parte del mondo della giustizia che, ha ricordato il Presidente De Tilla: “ non va assolutamente gestita in termini di produttività aziendale, ma di efficienza e di efficacia, in quanto si tratta di un bisogno primario della collettività”. Sono state avanzate proposte  di introduzione rapida del processo civile telematico, applicazione selezionata di avvocati come giudici laici e introduzione di termini perentori per i giudici. “E’ il nostro contributo per il bene del Paese-ha concluso il Presidente Oua-crediamo meriti l’attenzione della politica.” Infine tra numerosi applausi tra i quali sono spiccati quello del Senatore del PD Luigi Dusi e del Presedente degli Ordini Forensi Minori, Walter Pompeo, l’Oua ha annunciato un nuova Manifestazione per il 25 e il 26 Novembre. La battaglia continua inesorabile.

Vanessa Pinato

MANIFESTAZIONI IN 100 CITTA’ E 100 UFFICI GIUDIZIARI 6-7 OTTOBRE 2011. 
DECALOGO OUA E GIUSTIZIA CIVILE

 


1) INTRODUZIONE RAPIDA DEL PROCESSO  CIVILE TELEMATICO.

2) NO ALLE SANZIONI AGLI AVVOCATI ED ALLE PARTI PER LA MANCATA INDICAZIONE DELLA PEC E DEL CODICE FISCALE FINO A QUANDO NON SARA’ INTERAMENTE OPERATIVO IL PROCESSO TELEMATICO.

3) INTRODUZIONE DI TERMINI PERENTORI PER I GIUDICI.

4) ATTUAZIONE DELL’OBBLIGO PER IL MAGISTRATO DI FISSARE IL CALENDARIO DEL PROCESSO.

5) OBBLIGO PER I PRESIDENTI DEI TRIBUNALI DI APRIRE UN TAVOLO DI CONFRONTO CON LA PARTECIPAZIONE OBBLIGATORIA DEGLI AVVOCATI (CONSIGLI DELL’ORDINE E OUA) PER LA REDAZIONE DI PROTOCOLLI DI UDIENZA COMUNI A TUTTI I GIUDIZI CIVILI DEL CIRCONDARIO. VIGILANZA SULL’APPLICAZIONE DEL PROTOCOLLO.

6) REINVESTIMENTO DI TUTTO IL GETTITO DEL CONTRIBUTO UNIFICATO NEL SETTORE GIUSTIZIA.

7) COINVOLGIMENTO DEI COA NELLA SCELTA DEI  NEOLAUREATI  CHIAMATI A COLLABORARE ALL’UFFICIO DEL GIUDICE.
 

8) ELIMINAZIONE DI OGNI ONERE A CARICO DELL’AVVOCATO (QUALI ISTANZE SOTTOSCRITTE DALLE PARTI PERSONALMENTE O PAGAMENTI DI ULTERIORI BALZELLI) PER OTTENERE LA DECISIONE DI CAUSE DI ANTICA ISCRIZIONE A RUOLO.

9) UTILIZZO (ESTESO ANCHE ALL’APPELLO) DELLO STRUMENTO PREVISTO DALL’ART. 281 SEXIES PER LO SMALTIMENTO DEI PROCESSI PIU’ VETUSTI.

10) NESSUNA MODIFICA AL SISTEMA VIGENTE IN MATERIA DI IMPUGNAZIONE CIVILE, ESSENDO -  L’IMPUGNAZIONE -  L’UNICO STRUMENTO CONCESSO ALLA DIFESA PER ESERCITARE IL CONTROLLO SUGLI ABUSI E SUGLI ERRORI DELLA GIURISDIZIONE.

11) MEDIACONCILIAZIONE SOLO SE FACOLTATIVA E SENZA ONERI PER LA PARTE CHE NON INTENDE PARTECIPARE.

  

GIUSTIZIA, SULLA REVISIONE DELLA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA CONTENUTA NELLA MANOVRA ECONOMICA, L’OUA ANNUNCIA IL RICORSO ALLA CONSULTA: È INCOSTITUZIONALE

"La revisione della geografia giudiziaria è stata programmata in maniera maldestra e fuorviante. La Costituzione impone con gli articoli 76 e 77 che si proceda a legiferare con criteri di trasparenza e legittimità. In un maxi-emendamento è stata, invece, introdotta una norma che non ha nessuna attinenza con la manovra economica e che è, appunto, in contrasto con gli articoli 76 e 77 della nostra Carta. Senza dibattito, senza discussione parlamentare, senza consultazione degli operatori della giustizia. Senza, quindi legittimità democratica, sono stati fissati criteri indicati perentoriamente dal Governo e rimbalzati sul stesso Esecutivo con la previsione della legge delega che hanno vizi di irrazionalità e che non possono consentire un intervento efficace sulla giustizia che risponda alle esigenze dei cittadini». Questa la dichiarazione di Maurizio de Tilla, presidente Oua, nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi a Roma per illustrare le manifestazioni in corso oggi e domani in oltre 100 città e uffici giudiziari. Nel merito della delega, il presidente Oua spiega che «che la lettera e) dell’intervento legislativo - inserito nella manovra economica bis - stabilisce che la linea prioritaria di intervento del previsto riequilibrio sia tra gli uffici limitrofi della stessa area provinciale. In questi termini di fatto non si perverrà ad alcun riequilibrio, ma puramente e semplicemente alla soppressione del tribunale non provinciale. Mentre la lettera b) individua tra i criteri di valutazione quello del tasso di impatto di criminalità; nessun riferimento diretto vi è invece al tasso di industrializzazione economico – produttivo altrettanto fondamentale per valutare, sotto profili diversi, la necessità che un determinato territorio rimanga servito dalla giustizia di prossimità. Tutto ciò porterà alla chiusura di oltre 50 tribunali, con un grave danno nei confronti dei cittadini e del sistema-giustizia. Non possiamo quindi che rivolgerci alla Consulta". "L’Esecutivo – conclude de Tilla - commette un grave errore non confrontandosi con gli avvocati e decidendo di procedere sulle riforma relative alla giustizia in modo ondivago e approssimativo. E le conseguenze sono evidenti come nel caso di provvedimenti come questo sulla revisione della geografia giudiziaria".


              

 

 

 

 

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